Dom. Set 8th, 2024

Alfredo Cucaro Santissimo, Direttore Provinciale INPS di Pavia:

“Il nostro collega Lucio Bernardo ha terminato la sua esistenza terrena. Era andato in pensione da qualche anno, ma era in contatto con tanti di noi e persone come Lui fanno sempre parte del patrimonio storico ed umano dell’Istituto. È stato a lungo Responsabile dell’Agenzia di Vigevano dove è stato sperimentato, per la prima volta, il “prenota INPS” e lo vogliamo ricordare come uno “uno dei papà” di questo sistema. Ha sempre mostrato grande senso del servizio anche nei momenti di malattia. Una persona perbene e un gran signore di cui sentiremo la mancanza, con un grande senso di umanità e capacità di ascolto. Non ho mai sentito una parola fuori posto da parte Sua. Ci stringiamo alla Sua famiglia con un forte abbraccio. Oggi ci sentiamo più poveri. Buon viaggio Lucio!

Fernando De Angelis: “Lucio, caro amico mio da una vita. Ci eravamo persi di vista per le distanze, ma quando ci sentivamo, in un attimo si ricreava la complicità e.… partivano le risate; cercavo una buona battura per il solo gusto di sentire quella tua risata unica, inimitabile e irresistibile. E adesso invece sono qui a piangerti, amico mio caro. Troppo presto. Il destino è stato infame, maligno, ingiusto e meschino con te. Ma per fortuna solo in questi ultimi tempi, perché tantissime sono state le gioie e le soddisfazioni che la vita ti ha riservato nel lavoro, nei rapporti umani e negli affetti (a cominciare da tua moglie, sempre premurosa e attenta a te e che ti ha amorevolmente assistito fino all’ultimo). Soddisfazioni non arrivate per caso ma grazie al tuo modo di essere. Perché eri un brav’uomo, un gran lavoratore, una persona onesta, perbene, specchiata: nessuno potrà mai dire di aver ricevuto del male da te, ti sei sempre fatto voler bene da tutti e hai sempre avuto il rispetto di tutti. Per questo sono incavolato con l’universo, perché invece di premiarti per quello che sei stato, sul finale ti ha vigliaccamente riservato un’ingiusta sorte che proprio non meritavi. Provo tanta rabbia per quello che in questi mesi hai dovuto patire, non me ne faccio una ragione, non capisco. So solo che ci mancherai, amico mio, ci mancherai tanto, ma sarai sempre con noi. Per fortuna abbiamo tanti ricordi di te, e la memoria dei bei momenti vissuti insieme un po’ allevierà l’incommensurabile dolore causato dalla tua perdita. Ma chissà che non ci incontreremo di nuovo da qualche parte per ridere ancora insieme. Ciao, Lucio, caro amico mio da una vita”.         

Enzo D’Anna: “In memoriam di Lucio Bernardo. Lunghe sono state le tribolazioni, le speranze svanite e poi riaccese, che ti hanno portato nella pace e credo nella luce del Signore. E tuttavia tutti quelli che ti vogliono bene le hanno patite con te. Non solo i tuoi fratelli, la tua consorte e le tue figlie, ma anche i tanti che avendoti conosciuto ben sapevano che il destino ti aveva riservato quel che non meritavi. Al dispiacere si è’ sempre aggiunto un moto di stizza, un’amara consapevolezza che quei tormenti le pativa un uomo dal tratto gentile e sorridente, un uomo buono e generoso, che per me era rimasto quel ragazzo che mi ispirava tanto affetto e simpatia, quello che nei tratti somatici e nel carattere mi ricordava il Padre Franco Bernardo a me molto caro. Per quanto ricordi dalle tue labbra non è’ mai uscita una critica, una malevola considerazione, un’osservazione impregnata d’invidia oppure di astio. Siamo stati lontani tanto tempo ora ritornerai a riposare nel paese natio, dando a tutti noi la possibilità di renderti omaggio. Io preferisco ricordare la tua signorilità e la tua infanzia, in quella 500 guidata da nonno Aurelio, dalla quale spuntava una bandiera che reggevi per l’elezione di tuo padre Franco a Sindaco del paese. Ti bacio e ti ricordo, mi auguro di rivederti laddove saremo puro spirito e dove il candore, l’amore e la bellezza dell’anima ti distingueranno ancora, come in vita.

Clemente Lombardi: “Caro Lucio non ricordo cosa ci siamo detti l’ultima volta che ci siamo sentiti, entrambi consapevoli che ci eravamo allontanati come spesso accade nelle nostre esistenze. Abbiamo, probabilmente, rinverdito quei bellissimi ricordi legati all’esperienza ,vissuta in perfetta simbiosi, del primo lavoro che ci aveva portati, accompagnati dai nostri poco convinti genitori ,alla partenza in treno per Milano una sera del gennaio del 1983,dopo aver superato gli scritti dello stesso concorso ed esserci poi preparati insieme per gli orali , studiando a casa tua senza sosta ma con entusiasmo e con le sole divagazioni riservate al futuro che ci attendeva che, in prima battuta, fu la coabitazione nella stessa pensione in zona Duomo gestita dalla severissima svizzera signora Ulrich che, inizialmente prevenuta nei confronti dei meridionali, ci prese a ben volere. Siamo andati sempre d’accordo e con te, uomo vero e giusto, non poteva essere diversamente. Ciao Lucio ti voglio bene.”  

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