Ven. Ott 18th, 2024

Con vero piacere ospitiamo il Prof. Paolo De Nicola con una brillante e professionale recensione sul primo lavoro poetico del concittadino Luca Ferrara.   “Un viaggio coraggioso e sofferto nei meandri dell’esperienza. Così -credo- può definirsi questa prima fatica poetica di Luca Ferrara, ben noto e stimato sia per la sua attività di Docente di Scienze umane e Storia nei Licei sia per la sua molteplice e appassionata attività di ricercatore nel campo della Filosofia moderna e particolarmente negli studi rosminiani. Di fronte al cangiante fluire della vita Ferrara si pone in una posizione profondamente partecipe, vivendo pensosamente i mille risvolti che l’esperienza quotidiana ci offre. Per ogni brandello dell’esperienza ha una riflessione, che spesso prende forma in immagini potenti. Così l’amore si riveste, nel dettato poetico di Ferrara, di espressioni diverse, ma sempre vive e palpitanti: ora è «abbraccio che ha un gemello/ in un bacio che non trova pace:/ è il silenzio tatuato sulla bocca che tace,/ che non resiste al pane, troppo duro»(LII), ora è anelito fuggente: «Vorremmo sentire l’amore sulla nostra pelle,/ la gioia di ogni istante,/ il vigore dei nostri passi,/ invece più avanza l’età, più ci sfugge il senso e la misura di certi gesti.»(LIII). Altre volte nell’aureo volumetto il tono è gnomico, quintessenza di una diuturna meditazione sulla vita. Così nel XXXIV componimento della raccolta leggiamo ammirati: «Non riposa in pace chi di pece nutre il cuore,/ le sue notti rabbuiate da un passato che non fu/ sono catarsi senza redenzione.», e a questa gnome fa riscontro un’altra, nel XXXV: « L’amore superfluo delle cose incerte/ ci rende saturi e duri  come pietre deserte.» Di fronte alla vita l’atteggiamento del giovane poeta è sempre pensoso, talvolta intriso di solitudine: «Del tempo tormento è non aver un compagno/ a cui dire:’stasera ti vengo a trovare’.» (IV); in altre pagine invece emerge una solida speranza ancorata al Cristianesimo: «Ho battezzato l’acqua con un po’ di sale/ per confessare all’umanità risorta/ come piantare radici tra le onde.»(V). Nell’insieme una carrellata di pensieri non di rado trasfigurati in immagini ricche, fastose, che catturano l’attenzione partecipe del lettore. Non resta che raccomandare la lettura di questo esordio di Luca Ferrara, per godere delle perle della sua originale poesia. Ad majora, dunque, con la certezza che il talento del nostro professore-poeta possa dar vita nel futuro a creazioni ancor più significative”.

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