2 aprile: Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo…
Il 2 aprile è la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU. La ricorrenza vuole richiamare l’attenzione di tutti sui diritti delle persone nello spettro autistico. L’occasione è propizia per mettere a nudo e sotto la lente d’ingrandimento una triste ed amara realtà. “E le istituzioni stanno a guardare”. È proprio il caso di parafrasare il titolo di un noto film “E le stelle stanno a guardare” per portare all’attenzione di tutti un’angosciosa vicenda che ha toccato Michele e Milena, una giovane coppia di genitori. Non ci sono parole per descrivere quanto riferito, lascio a Voi i commenti dopo aver letto le profonde, commoventi parole di una MAMMA.
“Un giorno di getto ho scritto questa breve storia perché è nata in me l’esigenza di esternare un sentimento di delusione nei confronti di chi si riempie la bocca con la parola inclusione, senza però impegnarsi a creare i presupposti affinché essa avvenga. Dedico questo racconto a mio figlio, che ha testato sulla sua pelle l’esclusione e la non accoglienza!
Lo Zaino abbandonato
Percorrendo la strada di ritorno da scuola, tra i giardini che costeggiano il viale di casa, Simone e Luca scorgono qualcosa a terra sul marciapiede; incuriositi, si avvicinano e notano un oggetto colorato che fa capolino da dietro una panchina del grande viale alberato e scoprono che dietro a un cespuglio c’è qualcosa che sembra essere uno zaino. Simone lo afferra e senza esitare lo appoggia sulla panca per ispezionarlo.
D’un tratto sentono una voce venire da lontano, ma ascoltando meglio, si rendono conto che la voce proviene proprio dall’interno dello zaino.
Ehi ragazzino, fai piano, potresti strapparmi le giunture con questa forza, sai, sono qui all’intemperia da diverso tempo. I due amici si guardano attoniti e increduli. Alzando le spalle e con volto meravigliato, Luca si rivolge all’amico: ma hai sentito anche tu Simone? Lo zaino ha parlato? Si, si…ha proprio parlato, ma com’è possibile? E manco a dirlo, la voce si ripete: Si, si sono io che parlo, non abbiate paura, sono innocuo. Ho bisogno del vostro aiuto, vi prego aiutatemi, aiutatemi…
I due ragazzi guardandosi, sorridono ancora increduli e gli chiedono di cosa avesse bisogno. Dicci pure zaino, esclama Simone; siamo qui, parla. Avrei un desiderio, vorrei che mi portaste dal mio proprietario…lui ha dovuto abbandonarmi e io qui dentro ho delle cose importanti che gli potrebbero servire. Davvero! Esclama Luca. E come mai ti ha lasciato qui? Adesso vi spiego meglio amici miei: ribatte lo zaino. Purtroppo qualcuno lo ha deluso e allora si è convinto che non ha più bisogno di me. Lui è un proprietario molto speciale, non sa parlare bene, ma sorride sempre ed è tanto affettuoso. Tutti dicono che vive in una bolla, che però hanno creato gli altri perché non lo capiscono. Non tutti ci riescono! Fa di tutto per farsi amare, ma in tanti non sanno leggergli nel cuore. Io qui dentro porto le istruzioni per chi vuole amarlo ed accoglierlo, per farlo sentire uguale agli altri. Mi manca tanto, ma proprio tanto! Simone e Luca commossi gli chiedono il nome e il luogo dove possono cercare questo proprietario così speciale. Lo zaino semplicemente risponde: “È nello sguardo sfuggente di un bambino, nei suoi goffi e teneri abbracci, nelle sue stranezze, nelle sue paure e difficoltà, cercatelo fortemente e apritegli i vostri cuori, abbracciatelo con amore, a lui basta una carezza, un sorriso tenero e sincero, poi prendetelo per mano e accompagnatelo nel mondo. Lui si chiama AUTISMO e non abbiate paura, non è contagioso”.
In questo racconto traspare il grido d’aiuto rivolto a chi ricopre determinati ruoli nei vari ambiti sociali, con la speranza di intenerire i loro cuori e ricevere nient’altro che un dignitoso rispetto.