Gio. Dic 26th, 2024

La partecipazione ai Premi letterari e a quelli di Poesia Internazionale costituisce soprattutto un momento per diventare ancora più ricco. Sì, perché nuove amicizie vanno ad accrescere la vita sociale. Al termine delle premiazioni, sono arrivati diversi complimenti, anche da persone non conosciute. E poi, ho avuto l’onore di ricevere toccanti elogi che hanno lasciato veramente un segno indelebile. Con particolare gioia ne riporto alcuni: Prof.ssa Angela Piccolo (Airola): ‘A VITA, del poliedrico Mimmo Campagnuolo, è il titolo dell’inedita poesia presentata al Premio internazionale di Poesia. In vernacolo napoletano, dal gradevole carattere prosastico, il testo si rivela lo specchio della vita umana, con le sue gioie e i suoi dolori, tra sorrisi e lacrime amare, ma anche un inno di speranza attraverso un ritmo incalzante di danza! Efficaci metafore fanno da contrappunto ad un lessico immediato che catapulta il lettore-ascoltatore in un intenso spaccato di vita vissuta.  Meravigliosa la chiosa! Ad maiora semper“. L’Artigiana di parole, scrittrice e poetessa Elisa Ruotolo: “La poesia ” ‘a vita” affronta molti temi: l’amore, la vita che passa veloce (e ci sottrae persone care), il benessere di un saluto quotidiano, l’amore di un padre per il proprio figlio. Si intitola ” ‘a vita” e della vita conserva la varietà, la dolcezza, la durezza, e nell’addensarsi delle situazioni anche quel senso di inestinguibile sete che ne abbiamo. Complimenti! Docente CONI e Psicologo Antonio Scuglia (Caserta -Puccianiello):  “La poesia di Domenico Campagnuolo, nell’essere libera da canoni metrici codificati, si fa riflesso limpido della vita napoletana nella sua più autentica, genuina espressione, che l’antica storia di quel popolo ha generato nei secoli. Una metrica quindi sciolta, come sciolta è da sempre la quotidianità di Napoli eppure intrecciata da una fluida ritualità: nei saluti allegri, nelle chiacchierate all’insegna del piacere del vedersi, nel tenersi aggiornati sui fatti vicini che inevitabilmente diventano fatti di tutti. E un tutto è la poesia di Campagnuolo, poiché è fiore della napoletanità, che nell’arco di una giornata percorre tutta la vita (appunto) nella sua umanità, che i versi disegnano compiutamente nella trama che comprende la morte tramonto della vita. E anche nella morte la poesia napoletana è Napoli, perché non si rinuncia a gioire nei modi di alludere ad essa, di soffermarsi a parlarne eppure senza mai chiamarla per nome. E sarà solo la lettura, la declamazione con le vibrazioni e le tonalità che solo la parlata napoletana puoi emanare a far vibrare in noi quei versi, per farci divenire napoletani, cioè vita”. Tra questi gratificanti complimenti ricevuti, quello di Benigno ha toccato profondamente il mio cuore. Tredicenne, studente della Scuola Media “Galilei” di Arienzo, si è avvicinato con i genitori e la sorella per stringermi la mano con un’espressione di contentezza stampata sul volto davvero insolita. Il motivo? Lo ha colpito l’originalità e la genuinità del testo! Con questo gesto il giovane ha dimostrato di possedere un’esemplare sensibilità, davvero insolita, che gli fa certamente onore!

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